La DG Ambiente della Commissione UE sta conducendo una consultazione rivolta alle parti interessate ed inerente la possibile modifica della Comunicazione della Commissione sugli orientamenti tecnici sulla classificazione dei rifiuti (2018/C 124/01) pubblicata nell’aprile 2018 con lo scopo di assistere i soggetti interessati nell’effettuare la classificazione dei rifiuti in modo armonizzato in tutta l’Unione Europea.
Qui il nostro approfondimento:www.unirima.it/Consultazione-inerente-la-modifica-della-comunicazione-della-commissione-europea-orientamenti-tecnici-sulla-classificazione-dei-rifiuti
Cogliamo l’occasione per segnalare come – a volte- le traduzioni delle norme europee in italiano non siano fedeli al testo inglese. Ad esempio nel caso della Tabella 1 del suddetto testo , nel capitolo 20 il termine “similar” è tradotto – erroneamente – con “assimilabili“.
Ora mentre il termine “similar = simili” è ovviamente riferito solo agli aspetti merceologici del rifiuto, nel nostro ordinamento il termine “assimilabili” è connesso alla possibilità da parte dei Comuni di gestire i rifiuti, cosa che non è così per la normativa europea. Basta una parola per stravolgere il senso di una norma.
La definizione di «rifiuti urbani» è stata introdotta dalla Commissione Euopea a fini statistici affinché gli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e di riciclaggio si basino su dati affidabili e raffrontabili ed in modo da controllare in modo più efficace i risultati raggiunti da ogni Stato Membro ed include appunto i rifiuti simili ai rifiuti domestici provenienti da altre fonti (ad esempio attività commerciali). Nel considerando 10 della Direttiva 2018/851 è infatti riportato:
La definizione di «rifiuti urbani» nella presente direttiva è introdotta al fine di definire l’ambito di applicazione degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio nonché le relative norme di calcolo. Essa è neutra rispetto allo stato giuridico, pubblico o privato, del gestore dei rifiuti e comprende pertanto i rifiuti domestici e quelli provenienti da altre fonti che sono gestiti da o per conto dei comuni oppure direttamente da operatori privati.