Il TAR dell’Emilia-Romagna ha annullato la Delibera 801_della Giunta Regionale Emilia Romagna con la quale la Regione aveva sottratto al mercato i propri impianti di recupero dei rifiuti organici, provvedimento che era stato definito già dall’Antitrust come lesivo della concorrenza.
Questo il testo della sentenza: TAR Emilia Romagna impianti minimi 16_01_2023
Il TAR regionale ha disposto quindi l’annullamento della delibera del maggio 2022 con la quale erano stati individuati gli impianti ‘minimi’ di compostaggio e digestione anaerobica da assoggettare al nuovo sistema di tariffazione definito dall’autorità di regolazione Arera, pertanto gli impianti per il recupero dei rifiuti organici in Emilia-Romagna dovranno tornare sul mercato
Il provvedimento è scaturito dal ricorso di un operatore privato del settore, contro la decisione di una società pubblica di gestione rifiuti del ferrarese di affidare il trattamento della frazione organica non al mercato tramite gare pubbliche ma a operatori specifici con procedura negoziata. Una scelta motivata, secondo il gestore pubblico, dal provvedimento col quale la Regione aveva individuato, ai sensi della disciplina Arera, gli impianti “minimi”, ovvero indispensabili alla chiusura del ciclo rifiuti, disponendo che i rifiuti organici prodotti nel territorio regionale dovessero essere destinati “esclusivamente ad operazioni di recupero da effettuarsi presso i suddetti impianti”, si legge nella sentenza del TAR. Accogliendo il ricorso dell’operatore privato, il TAR ha chiarito che il sistema definito da Arera “non prevede alcuna deroga al regime dell’evidenza pubblica per la selezione dell’affidatario dei servizi di trattamento/recupero della forsu”, disponendo quindi l’annullamento della delibera di giunta regionale, oltre che dei provvedimenti legati all’affidamento del servizio di trattamento della forsu, inclusi i contratti di appalto che nel frattempo erano stati stipulati.
La scelta della Regione Emilia-Romagna di qualificare come ‘minimi’ i propri impianti era stata censurata dall’antitrust in una segnalazione a governo e Parlamento
In essa l’AGCM sottolineava come questa fosse stata adottata “con finalità intenzionalmente protezionistiche”, visto che il sistema di tariffe al cancello di Arera è nato per “evitare l’applicazione di prezzi eccessivi da parte dei pochi impianti esistenti” nelle regioni meno infrastrutturate, si leggeva nella segnalazione, e che l’Emilia dispone invece di un numero di impianti adeguato a garantire il trattamento dei rifiuti organici a condizioni di mercato eque.
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